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California, see yah!

Era il 9 di Agosto quando scrivevo queste parole.
Con un piede rotto sudavo al caldo nel nostro appartamento di Fiorano al Serio.
Di quei momenti ricordo soprattutto il rumore. Campane e moto da cross.
Oggi è il 3 di Ottobre, dal cesso di casa vedo l'oceano e stamattina ho surfato con i delfini.
Fuck Yeah!



A volte mi capita di pensare che a questo viaggio, noi, in realtà, ci stiamo preparando già da molti anni e che negli ultimi mesi abbiamo semplicemente dato una accelerata ai preparativi.

E adesso che la data della partenza è ormai vicina, e la gasa comincia a salire, guardarsi indietro è più facile.

Passioni, esperienze, decisioni. Sono innumerevoli i contesti dove possiamo andare alla ricerca di indicazioni che ci guidino verso l'interpretazione corretta del nostro passato. Tanti che sarebbe scomodo e noioso elencarli tutti.

Ma vi posso assicurare che tutti i punti di svolta della nostra vita ci hanno indirizzato verso un unico gigantesco dot, che sulla cartina geografica si piazza proprio sopra la California, invade una piccola parte di Messico e si distende poi fino in Brasile.

E' un pò come guardarsi alle spalle e riuscire a intravedere la strada per il futuro.

E a me piace seguirla questa strada e quando diventa troppo sottile per poterla vedere, provo a immaginarla. Quasi sempre, lungo la strada, succede qualcosa di speciale.
A volte è un incontro con una persona che in qualche maniera segnerà il mio futuro; con un consiglio o magari solo con una indicazione.
In altri momenti è in un luogo solitario, immerso nella natura, dove dopo un momento di riflessione il mio cervello fa clic, e tutto diventa improvvisamente più chiaro.

La scorsa estate, in Sri Lanka, è successo.
Eravamo in acqua, al tramonto.
Io, Laura e un sacco di altre persone che non ricordo.
Le onde colorate dal sole scivolavano sotto la tavola e per un istante tutto è stato perfetto.
E li ho capito. Ho fatto clic.
Se questi sono i momenti che mi fanno stare bene, ho pensato, e cazzo sono qui a viverli, vorrà ben dire qualche cosa. Vorrà ben dire che in passato qualche scelta l'ho azzeccata.
Che sono stato capace di trovare un lavoro, di guadagnare abbastanza da potermi permettere di essere qui, e se starò attento e farò le scelte giuste potrò tornarci ancora, in futuro, e ritirarmi nel mio mondo di pace e serenità, immerso nel mare, cullato dalle onde e con la mia compagna vicina.
Tutto vero mi sono detto poi, ma a quale prezzo? Al prezzo di una vita in un ufficio? Undici mesi l'anno a passar carte, la testa troppo distante per essere utile e il pensiero rivolto alla vita che vorrei vivere, dimenticandomi di averne già una, pronta, da vivere?
Ecco cosa ho capito in quel momento, di essere ancora in tempo per poter vivere la vita che ho già. Me l'hanno data, è mia, e non l'ho ancora nemmeno scartata dalla confezione.
Ancora adesso, ripensandoci, mi manca il fiato. E' stato un momento di meraviglioso che ha portato con sè una consapevolezza bella come un bacio.

Quindi non vedo perchè un momento come quello non debba riproporsi ed è proprio questa una delle aspettative maggiori che ho per questo viaggio.
Non mi interessa sapere come e dove succederà; se fra le montagne della Yosemite Valley o le onde di Tresetles, se parlando con un vecchio pescatore o correndo fra i boschi.
Ma mi piace immaginare che succederà e che sarà importante.

E non finisce qui.
Le aspettative si spingono ben oltre; i posti che visiteremo nei prossimi mesi ce li sogniamo entrambi da sempre. Chiunque come noi sia cresciuto nel mondo dei boardsports e che abbia lavorato, seppur marginalmente, nella surf industries di questi posti legge e sente parlare per anni.
Diventi grande con il mito di una terra dove puoi surfare, scalare, snowboardare tutti i mesi dell'anno, dove sono nati alcuni dei marchi più importanti nel modo surf.
Compresa Scorpion Bay, per la quale lavoriamo entrambi.

Non puoi non avere tensione addosso; non puoi non perderti a sognare come sarà vedere El Capitain dal vivo, oppure cosa proverai quando entrerai finalmente al Trobadour di Los Angeles e proverai a cercare, nell'aria, fra le pareti, in mezzo ai tavoli, l'energia delle rock-star che hanno suonato in quel locale.

Non posso negarlo la maggior parte del tempo la passo ad immaginare la California e i 50 giorni che passeremo on the road, in furgone. E che furga!
Deserti, spiagge, montagne. Rock n roll.
Vi rendete conto di cosa vuol dire, per due come noi, tutto questo?
Non esiste regalo migliore che potessimo farci e non c'è limite alle aspettative che mi sento autorizzato a crearmi.

Anche perchè prima di questa avventura in furgone vedremo realizzato un altro sogno, dot fondamentale del nostro passato, seppur individuale, e punto di svolta del futuro di entrambi.
Essere allieva di Peggy Hall, poter imparare da chi per prima ha parlato di Yoga nel surf come di una filosofia di vita è per Laura il coronamento un sogno, personale e professionale. Una opportunità forse unica materializzatasi all'improvviso per dare il via alla storia che vi stiamo raccontando.

E dopo?
Beh dopo c'è il Messico, alla scoperta di Scorpion Bay, quella vera. Per visitare la il luogo dove è nato il sogno di un uomo che in qualche modo ci ha fatto crescere.


C'è questo e molto altro ancora nel nostro futuro più prossimo, quindi vorrete scusarci se ogni tanto diamo l'impressione di vivere in un mondo diverso dal vostro, dove la morsa del sistema produci consuma crepa sembra essersi allentata e dove la decisione più complicata è se portare la corda e i rinvii oppure una felpa in più.

In origine il post avrebbe dovuto parlare proprio di questo, delle cose che porteremo con noi e di quelle che invece lasceremo a casa, magari proprio della casa che stiamo per abbandonare.
Ma la realtà è che mai separazione fu più dolce, mai abbandono fu più lieto.

Allontanarsi dalle cose è il piacevole effetto della centrifuga che ti sbatte da una parte all'altra, è vero, ma che nel frattempo ti libera dalla zavorra delle cose superflue.
Via le abitudini, via i pensieri, via i ritmi imposti. Torni a essere libero, senza il peso di ciò che possiedi e di cui ti devi prendere cura. Nulla più del necessario.
E se per Thoreau i bisogni dell'uomo non vanno oltre a cibo, riparo e calore noi abbiamo qualche bisogno in più, certo, ma in fondo non abbiamo scelto di andare a vivere nei boschi, lontani dal mondo. Anzi!
Il nostro bisogno di comunicare è forte come quello di interagire con la natura e con tutto ciò che incontreremo lungo il cammino.
E per farlo, ci piaccia o meno, avremo bisogno di oggetti che dovremo trattenere dalla centrifuga e portare con noi.

Tecnologia, Attrezzature, Abbigliamento.
L'elenco è più lungo di quanto mi piaccia ammettere ma per fortuna lo spazio limitato e questo aiuta a tenere a bada la paura della separazione.
4 zaini in 2.
30 kg a testa.
California, see yah!




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